Sistemi Operativi per TV

Dopo aver parlato di televisioni secondo Apple, Google e Intel, è opportuno spendere qualche parola su quali possano essere le evoluzioni di questo elettrodomestico.

Già i televisori di oggi hanno discrete capacità multimediali: riproducono foto, video, musica anche da chiavette USB o hard disk esterni, alcuni hanno anche browser web incorporati, alcuni incorporano le funzioni dei “vecchi” videoregistratori…

Ma come spesso accade la mancanza di standard di mercato e di applicazioni lascia il mercato in una situazione di ristagno. Inoltre la necessità di “ammortizzare” il costo del televisore nel tempo richiede una minor obsolescenza dello stesso.

Forse per questa ragione, molte funzioni sono state sviluppate non nel televisore, ma in box esterni (originariamente chiamati Setup Box): in america il caso tipico è TiVo, oggi le sue funzioni sono tipiche di molti ricevitori satellitari o di canali a pagamento. In parallelo a queste soluzioni c’è chi ha preferito investire in un architetture più aperte, basati su veri e propri computer e con sistemi operativi con programmi e interfacce ottimizzate per la multimedialità (come Windows Media Center o Linux in distribuzioni specifiche).

Al momento anche Apple adotta la soluzione del box esterno (l’attuale Apple TV è un piccolo box da collegare alla televisione), ma le sempre più inistenti voci la vedono verso una soluzione completa. Per contro Google ha definito una piattaforma, che altri la possono includere in soluzioni complete (come ad esempio Sony) o box esterni (come ad esempio Logitech).

Proprio le soluzioni di Apple e Google hanno iniziato a far intravedere le possili potenzialità di una smart TV e quali possono essere le sinergie con altre perifiche simili (si pensi ad esempio ad AirPlay che permette in modo semplice di visualizzare foto, video, musica da un dispositivo Apple ad un altro). In quest’ottica la televisione diviene una periferica di visualizzazione di altre periferiche… ed è sicuramente un possibile utilizzo… ma forse non l’unico.

Può anche diventare un dispositivo di accesso a tutti gli effetti sia per Internet che per il potenziale controllo di una futuristica o futuribile casa domotica (è da circa 15 anni che se ne parla…), ma questo a patto di ottenere degli standard comuni a universalmente accettati. Di elettrodomestici “intelligenti”, a parte qualche timido tentativo o qualche pagliacciata finora non se ne sono visti e più che il costo, il vero limite finora forse è stata la mancanza di standard e di una piattaforma di riferimento.

In quest’ottica, la soluzione Google o Intel (o soluzioni simili con un minimo di “apertura”) potrebbero rivelarsi vincenti… a meno che Apple non spiazzi tutti definendo per prima degli standard e trovanado il modo farli adottare e/o digerire ai produttori.

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Posted on Novembre 2, 2011 at 8:52 am by amauro · Permalink
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