Bring Your Own Device (BYOD)

Con il termine BYOD (Bring Your Own Device) si identifica la possibilità offerta ad utenti aziendali di utilizzare un proprio dispositivo personale (tipicalemente di propria scelta) per lavorare. Il fenomeno in realtà è presente da anni, ad esempio nel campo della telefonia molte persone preferiscono usare un unico telefono (anche se in Italia mi sembra che la tendenza sia esattamente l’opposta: quella di avere N telefonini) o nel campo dei veicoli aziendali, molti preferiscono scegliersi un modello di automobile e farselo rimborsare.

Il BYOD parte dal presupposto (in molti casi condivisibile) che gli utenti sono molto più produttivi se utilizzano dispositivi che apprezzano (e che magari conoscono di più o quanto meno “curano” di più). Il BYOD è uno dei figli della “consumerizzazione dell’IT” che è forse una delle leve più forti nella crescita (almeno in alcuni segmenti con l’end-user computing).

I problemi nascono nel far convivere questi dispositivi in azienda e vanno da problemi quali la gestione (chi gestisce il dispositivo?), la sicurezza (se la gestione del dispositivo è individuale che è possibile garantirne la sicurezza?), la distribuzione degli applicativi e dei servizi, la business continuity (se il dispositivo si rompe?), …

I problemi grossi nascono da chi gestisce questi dispositivi: se all’utente viene lasciata solo la possibilità di scegliere il dispositivo, ma poi la gestione diventa centralizzata, allora le cose si semplificano… ma si perde anche il senso della Y(our). Soprattutto non è sempre applicabile, si pensi ad esempio al caso dei consulenti esterni (e magari per breve tempo). In questi casi qualunque sistema di gestione multipiattaforma è completamente inutile, non potendo gestire i dispositivi.

L’approccio alternativo è separare radicalmente l’ambiente privato dall’ambiente lavorativo: ad esempio usando il VDI è possibile mettere a disposizione un sistema di business desktop virtuale e gestibile in modo centralizzato. Questo risolve molto bene le problematiche viste in precedenza, ma presenta seri limiti su alcuni dispositivi (già sui tablet usare un sistema Pc completo è difficile, si pensi su tablet da 7″ o su uno smartphone…). L’idea dei due ambienti distinti e separati è comunque valida ed è stata ripresa da VMware per adattarla (nel futuro) anche al mondo degli smartphone (ed avere quindi un telefono personale e uno aziendale sullo stesso dispositivo).

Nel caso dei nuovi device però la strada più sensata è spostarsi verso servizi che siano già “friendly” con questi tipi di dispositivi e quindi con applicazioni web o applicazioni pensate e sviluppate apposta per tali device. Ma questo apre nuove questioni su come sviluppare applicazioni veramente multi-piattaforma e multi-device…

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Posted on Febbraio 5, 2012 at 8:25 am by amauro · Permalink
In: Tipi di dispositivi